SAN ROSSORE: UNA NUOVA VISIONE DEL PARCO DOPO L’EMERGENZA

Il polmone verde della nostra città tornando accessibile ha dato la possibilità ai molti cittadini di poter ricominciare a respirare aria pulita e fare attività motoria dopo il lungo lockdown. Il parco di San Rossore da sempre punto di riferimento, per i giorni di festa soprattutto, ha infatti riaperto l’accesso durante la settimana anche alle auto mentre il sabato e la domenica rimane consentito solo in bici o a piedi per evitare assembramenti che come ci spiega il Direttore Riccardo Gaddi “è complicato da far rispettare anche perchè la tenuta di san rossore sono 6mila dei 23mila ettari che noi dobbiamo in questo momento disciplinare”.

Direttore, cosa è stato fatto come parco in funzione del covid 19 e cosa è in procinto di fare per garantire proprio la fruizione dello stesso da parte di tutti i cittadini?

“Innanzitutto abbiamo chiuso il parco praticamente il giorno prima che ci fosse il provvedimento da parte del governo che appunto riguardava la chiusura per il divieto di assembramento e per il distanziamento sociale per parchi ville e giardini; quindi il parco è stato per un certo periodo chiuso anche se l’attività al suo interno è continuata perchè comunque la presenza di animali richiedeva che alcuni continuassero a dedicarsi a loro. Poi c’è stato tutto il periodo legato alla Sterpaia che è stato utilizzato, secondo le indicazione della Regione Toscana e della ASL, quale luogo per prevedere la permanenza di persone che erano in via di guarigione o comunque in osservazione e questo si è protratto fino alla settimana scorsa. Piano piano abbiamo riaperto il parco di san rossore: ad oggi da lunedì al venerdì si può entrare nella tenuta con una gestione che è uguale a quella di prima dell’emergenza; rimane ancora il divieto di accesso alle auto il sabato e la domenica in accordo anche con la prefettura e viste le dimensione del parco stiamo ragionando col comune di Pisa ma anche col comune di Viareggio e di Vecchiano per tutte le spiagge libere”.

Come direttore del parco ha preso in mano questa struttura da non tantissimo tempo, si trova ad averla vista subito prima del covid e durante l’emergenza, quindi senza la presenza umana. Quali sono state le cose che ha notato in particolare?

“Senza voler sminuire quella che è una grave emergenza affrontata a livello mondiale, penso che dalle situazioni bisogna cercare di cogliere qualche opportunità: sicuramente una è quella, a causa del coronavirus, di essere costretti a chiudere e di riaprire lentamente e principalmente a piedi e in bicicletta. La visione del parco è cambiata ed è una visione che è molto apprezzata da tutte le persone: una visione che necessita di alcuni ripensamenti su quello che è questa area protetta e su come poter vivere questo ambiente. È vero che abbiamo avuto problemi di qualche sosta, diciamo così, lungo la strada, però sono tutti problemi da affrontare in una visione del parco che sia molto incentrata sulla considerazione che è una area protetta e non un giardino pubblico. Questa è una cosa che stiamo pensando, insieme al consiglio direttivo, alla comunità del parco, alle associazioni e che potrebbe aprire un modo diverso di fruizione, consapevole delle attività economiche con cui abbiamo sempre avuto un costante rapporto cercando sempre di agevolarle: è comunque un opportunità di vedere il parco in maniera diversa che diversamente sarebbe stato difficile avere”.

Come, invece, trasformare questa opportunità in cosa tangibile ce lo spiega Maurizio Bandecchi, Vicepresidente del Parco.

“In questo periodo di riapertura occorre riappropriarsi un po’ di quelli che sono gli spazi verdi, naturali che possono essere offerti dal parco. Il parco è il vero polmone di tutta l’area vasta costiera e quindi in qualche modo noi bisogna dare la possibilità ai cittadini di poterne godere l’aria pulita, la natura, la bellezza e la serenità che possono essere trasfuse solamente anche da una breve passeggiata. Quindi è importante trovare le modalità giuste per poterne godere e per poterle sfruttare al massimo rispetto a dei vincoli ambientali che ci devono essere in un area protetta e pregiata come in particolare San Rossore. La difficoltà che è anche un opportunità da cogliere di questa riapertura è stata di non poter entrare nel parco con le vetture private: è favorito chi sta a Porta Nuova o a Barbaricina per cui è facile venire in bicicletta o a piedi ma è chiaro che bisogna pensare a delle modalità diverse; non credo che possa essere soddisfacente da nessun punto di vista costringere le persone che abitano più lontano escludendo così categorie di cittadini nella fruizione del parco. Per questo motivo stiamo pensando ad un servizio alternativo di navette dal parcheggio scambiatore di Pietrasantina, utilizzando anche bus elettrici e mezzi non inquinanti, in modo che ad un costo simbolico o, addirittura, forse, senza costo, sarà possibile entrare nel parco e godere della natura anche per chi ha necessità di avvicinarsi con l’auto. Stiamo pensando anche di accoppiare alla navetta l’accesso tramite il battello sull’Arno portando anche le biciclette: speriamo di poter annunciare questa novità già dalla feste dei parchi che si tiene il 6-7 giugno.

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