Il parco e le istituzioni
Il Parco di Migliarino S.Rossore Massaciuccoli è per noi un luogo importantissimo per la città di Pisa, un privilegio per la vita dei suoi cittadini, una meraviglia per i turisti che scelgono di visitarlo insieme a Piazza dei Miracoli. Lei onorevole Moschini ne ha rappresentato per tantissimi anni un punto di riferimento molto importante. Cosa pensa si possa aggiungere oggi a ciò che è stato fatto negli anni ?
Sì è vero. Si tratta di un luogo stupendo, capace di meravigliare chiunque parte integrante della bellezza della nostra città. Quando partimmo, dati i tempi, era fondamentale contrastare gli interessi speculativi relativamente ai nostri territori più belli, soprattutto in campo edilizio, interessi che continuamente venivano avanti nascosti dietro false proposte ambientali e/o, peggio, di sviluppo. Ricordo le polemiche di Antonio Cederna il quale poi contribuì alla istituzione del nostro parco in un territorio così bello. Oggi l’ambiente e più precisamente la coscienza ambientale si è ormai diffusamente affermata ed anzi, grazie a Greta, a Papa Francesco, a tutti noi, è di nuovo alla ribalta e ai primi posti delle agende politiche dei diversi governi, di ogni amministrazione. E’ dunque il momento di far perno proprio sulla storia, la produzione attiva, l’importanza dei Parchi per sostenere il movimento di opinione sull’ambiente, per fornire motivazioni forti agli aderenti a partire da quei risultati concreti raggiunti in ogni dove, ma anche per ridefinirne funzioni e ruolo istituzionale aggiornati con le attuali necessità.
Ci pare di leggere nelle sue parole un giudizio positivo del lavoro e ruolo svolto dai Parchi fino ad oggi, ma anche la necessità di un loro riposizionamento, di una loro trasformazione non più rimandabile. Abbiamo ben interpretato ?
Nel tempo si è fatto molto anche in termini di strumenti e sedi che furono introdotte nelle leggi e non mi riferisco soltanto alla 394, ma anche alla 183, Alpi, Appennino e diverse altre la cui specializzazione avrebbe dovuto e potuto evitare gravi ritardi, errori ed anche gravissimi sprechi. Certo esiste anche un campionario fin troppo ricco di cose mal gestite pur in presenza di una legislazione non priva di meriti. Oggi mi piacerebbe partire però da una vicenda alla ribalta anche sul piano internazionale: il mare. La legge quadro aveva previsto le aree protette marine non senza suscitare qualche allarme, vuoi per la pesca e, quindi, il lavoro dei pescatori, vuoi per il discorso porti con grandi rischi speculativi. Alla fine però niente di positivamente concreto è emerso in questi anni e per questo mi parrebbe il momento giusto per il clima generale e visto che abbiamo un ministro dell’ambiente disponibile a discutere anche sul piano europeo e internazionale oltre che con noi.
Disponibilità che noi del Gruppo S.Rossore abbiamo verificato e di cui ci siamo anche avvalsi nel predisporre in un libro che a breve presenteremo e discuteremo a Pisa.
Concretamente quali potrebbero essere i maggiori problemi su cui intervenire oggi e come i Parchi, ed il sistema complesso e diffuso che essi costituiscono, potrebbero contribuire a risolvere ?
Oggi si riparla del Santuario dei cetacei, di sito dei delfini, di ghiacciai e cime alpine a rischio di sparizione, di plastiche infestanti e avvelenanti, l’elenco si arricchisce ogni giorno di più e ogni giorno di più crescono le difficoltà a raccordare insieme tutti questi aspetti che è necessario integrare, mentre le spinte e sollecitazioni prevalenti anche nei parchi sembrano battere percorsi opposti.
Ed allora da dove possiamo ripartire per salvare questo nostro pianeta sempre più malato ?
In questi giorni ho visto la protesta al Parco delle Apuane contro le cave. Un problema che affrontammo già parecchi anni fa con l’aiuto di Roberto Gambino del Politecnico di Torino recentemente scomparso e che, purtroppo, troviamo ancora irrisolto. E’ solo un esempio tra mille, ma ci può far comprendere che c’è ben poco da cestinare e molto da recuperare non illudendoci però che basti ripartire senza cambiamenti. Da dove partire? Della Terza Conferenza Nazionale dei Parchi rinviata cocciutamente più e più volte. Inoltre, personalmente, ritengo che le sedi parlamentari, ora dedite con sommo piacere alle più indecorose vicende, dovrebbero impegnare le loro Commissioni più qualificate, ambientali, costituzionali, bicamerali, rappresentanze europee, proprio per definire un programma di lavoro concreto su cui far decollare progetti urgenti rimandati fino ad ora. E’ chiedere troppo? Io penso assolutamente di no. Inutile dire che le rappresentanze associative, culturali e professionali dovranno assicurare tutto il loro appoggio avvalendosi delle conoscenze e competenze costruite negli anni al loro interno.
Un grazie dalla redazione all’Onorevole Renzo Moschini per questo suo contributo ancora una volta ricco di passione e contenuti importanti su cui, allo stesso tempo, riflettere e costruire azioni concrete.