L’ A, B, C DELLA VITA

In occasione della Giornata internazionale dell’alfabetizzazione si riflette sull’importanza dell’educazione

Settembre: Autunno = x: Scuola.
In ogni proporzione, secondo la proprietà fondamentale, il prodotto dei medi è uguale al prodotto degli estremi. Ed ecco che anche in questo caso il prodotto degli estremi darà come risultato sempre e solo lo stesso vocabolo: ritorno.
Anche quest’anno, probabilmente più attesi che mai, settembre ha portato i suoi ritorni. Primo fra tutti il ritorno fra i banchi. Un ritorno atteso, sperato, eppure decisamente sui generis.
Dopo una pandemia mondiale e un lockdown che, tra gli altri, ha messo particolarmente a dura prova il mondo della scuola, il balzo fuori dallo schermo e il ritorno nelle aule sembrava essere ormai necessario.
Nei mesi scorsi, infatti, la scuola come istituzione, fulcro dell’educazione e della trasmissione della cultura per eccellenza, è stata messa in ginocchio, ma non si è frantumata. Si è reinventata ed è ripartita. Metodi innovativi e tecnologie all’avanguardia lo hanno consentito. Schermi di computer, tablet e smartphone sono diventati la finestra sul “mondo dell’alfabetizzazione” per milioni di studenti. Innovativo, senza dubbio. Eppure, aveva il sapore di un déjà-vu.
Già negli anni Sessanta, infatti, il maestro Alberto Manzi era riuscito nell’intento di far conseguire la licenza elementare a quasi un milione e mezzo di italiani proprio con delle lezioni a distanza. Nel tardo pomeriggio, prima di cena, tutti i giorni dal lunedì al venerdì, Manzi entrava tramite lo schermo del televisore nelle case di tantissimi contadini analfabeti e insegnava loro a leggere e a scrivere. Il programma, curato da Manzi insieme a Oreste Gasperini e Carlo Piantoni, era stato pensato come strumento di ausilio nella lotta all’analfabetismo.
Delle vere e proprie lezioni multimediali che si sarebbero rivelate precursori delle moderne tecniche di insegnamento.
Lotta all’analfabetismo si è detto. Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di un ideale anacronistico. Ma proprio qui cadrebbe in errore. Ancora oggi, infatti, urge promuovere e sensibilizzare all’alfabetizzazione. Perciò, per ricordarne la sua basilare importanza, fin dal 1965, l’8 settembre ricorre la Giornata Internazionale dell’alfabetizzazione.
Quest’anno, l’UNESCO, che l’ha istituita, in occasione della Giornata ha organizzato una conferenza virtuale dedicata al tema “Insegnamento e apprendimento dell’alfabetizzazione nella crisi del Covid-19. Il ruolo degli educatori e l’evoluzione delle pedagogie”.
Una discussione stimolante su un tema altrettanto stimolante e significativo.
L’educatore o maestro di vita. Colui che ti mostra la bellezza che ti circonda, ti offre gli attrezzi per allenarti al meglio in quella immensa ed insidiosa palestra che è la vita, colui che ti accompagna finché non sarai in grado di mantenerti in equilibrio da solo, chi, come suggerisce la parola stessa, ti aiuta a trarre fuori il meglio di te.
Non si tratta di numeri, verbi o letture, si tratta dell’abbecedario della vita.
È questo il ruolo dell’educatore, questo quello che la sua anima, la sua mente e il suo corpo possono regalare.
In tutto ciò è racchiusa l’essenzialità dell’alfabetizzazione, sempre, in qualsiasi momento della vita.
Perché, proprio come esortava il maestro Manzi con il suo programma, Non è mai troppo tardi.

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