I POVERI AL CENTRO DELLE POLITICHE DEL PAESE, DELLA REGIONE, DELLA CITTA’

Intervista al Portavoce del Forum del Terzo Settore di Pisa Verter Tursi

Siamo in presenza nel nostro paese, ma anche nella nostra città, ad un aumento della povertà cosa ci può dire al riguardo? I dati sono in effetti sempre più allarmanti: in Toscana oltre 53.000 famiglie e 120.000 individui sono da considerarsi poveri in senso assoluto, mentre il 16,9 % dei nostri cittadini è a rischio povertà, oltre 600.000 persone. Numeri in crescita esponenziale rispetto al 2008 e con un trend che sembra impossibile invertire. Anche proposte interessanti come la giornata mondiale contro la povertà, tese a tenere alta l’attenzione dei governi su questo tema, alla fine non riescono a suscitare il giusto sdegno, a mettere in atto la necessaria concretezza per arrivare a studiare e realizzare misure metodi e iniziative capaci di raggiungere lo scopo: quello di rendere almeno dignitosa la vita di ognuno.

In fin dei conti oggi alcune proposte in campo ci sono anche nel nostro paese penso al Reddito di cittadinanza e/o al Reddito di inclusione. Anche in questo caso siamo riusciti a trasformare proposte che possono dare un forte contributo nella direzione di cui si diceva in qualcosa di poco efficace. La proposta del reddito di cittadinanza contrapposta al reddito di Inclusione ha infatti per il momento avuto come unico effetto quello di bloccare una misura attiva di contrasto universale alla povertà rimandando il problema all’attuazione di quella nuova. Non si è pensato che in questo modo si dava un duro colpo a quei 50.000 nuclei familiari che, in Toscana, attraverso il REI, avrebbero ricevuto dallo stato una doverosa ed importante boccata di ossigeno e che ancora una volta vedono allontanarsi la speranza di una vita in qualche modo più dignitosa. Certo qualcuno ci dice che avranno molto di più, ma intanto il problema che queste famiglie oggi stesso hanno si rimanda. Forte è stato infatti il disappunto del Tavolo Regionale della Alleanza contro la Povertà che giustamente ha sottolineato in più occasioni l’incongruenza di abolire il provvedimento sul REI finalmente attivo, ancor prima di aver reso operativo quello sul reddito di cittadinanza, tutto da costruire. Tutto ciò consolida una cattiva abitudine dei nostri governi che con troppa disinvoltura disconoscono ciò che gli altri prima di loro hanno fatto anche quando l’obiettivo è simile, senza considerare che specialmente in casi come questo, il tempo, il perdere tempo non è cosa di poco conto.

Qualcuno sostiene che comunque la nuova proposta quella del reddito di cittadinanza sarebbe troppo assistenzialista e poco utile al superamento del problema. Lei che cosa ne pensa? Nel merito mi sento di dire che mi piacerebbe si lavorasse sull’art.1 della costituzione e sulla conseguente necessità di creare occupazione e lavoro. Questo mi piacerebbe fosse il problema n.1 di chiunque governi il nostro paese e su questo obbiettivo chiunque governi troverà al suo fianco tutto il terzo settore. Come soggetti del terzo settore ogni giorno siamo infatti impegnati a creare luoghi, strumenti, percorsi di inclusione, i soli, a nostro avviso, capaci di aiutare le persone più svantaggiate a entrare e rimanere nel mondo del lavoro, che rimane comunque il problema di fondo da affrontare e superare con investimenti e misure adeguate. Certo il reddito di cittadinanza si presenta come una misura comunque utile a sbloccare situazioni di disagio conclamate su cui non ci si può girare dall’altra parte in attesa di un cambiamento dei parametri di sviluppo della nostra economia e che necessitano interventi immediati, ma allora se ne chiarisca il funzionamento e soprattutto si faccia presto.

Quale l’impegno del terzo settore? Molti di noi, concretamente, ogni giorno, attraverso l’impegno personale e delle associazioni e/o cooperative sociali cui appartengono, stanno a fianco dei più poveri attraverso azioni delle più diverse, penso alla raccolta di generi di prima necessità, alla raccolta fondi per le famiglie in difficoltà, all’accompagnamento al lavoro e molto altro, così continueremo a fare come prima e se possibile più di prima, affinchè i più poveri siano sempre al centro della nostra riflessione e delle nostre azioni.

 

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