TORNA L’ESTATE TORNANO LE ZANZARE

Le zanzare sono ormai insetti più fastidiosi che pericolosi e proprio per questo bastano pochi ma precisi accorgimenti per limitarne la diffusione senza compromettere la salute dell’ambiente. La prevenzione serve proprio per limitare gli interventi di disinfestazione.

Le maggiori problematiche che si riscontrano nelle città ed in particolar modo nelle località turistiche è il fastidio e il disagio provocato dal volo e dalle punture delle zanzare, soprattutto della zanzara tigre. Per questo motivo si cerca di prevenire la diffusione di questi insetti privilegiando la lotta larvicida a quella adulticida. Tale scelta ha motivazioni sia ecologiche che di opportunità. La lotta adulticida prevede l’utilizzo di prodotti a largo spettro d’azione che possono avere un forte impatto ambientale e sulla popolazione. Per tale motivo si ricorre alla lotta adulticida solo in casi particolari: interventi in luoghi pubblici come parchi, giardini, musei, scuole, ospedali, case di cura, etc. La lotta larvicida invece risulta essere più discreta e viene condotta con prodotti biologici a basso impatto ambientale come ad esempio il Bacillus thuringiensis.

(Il Bti o Bacillus Thuringiensis – subspecie Israelensis è un insetticida per uso civile e industriale che agisce per ingestione sulle larve di oltre 30 specie di zanzare). La modalità di azione si attua attraverso una sostanza estremamente tossica che provoca la paralisi dell’apparato boccale, costringendo l’insetto a interrompere l’alimentazione. Il Bti risulta efficace solo sulle larve nei primi stadi di sviluppo ed è innocuo per gli insetti utili oltre che per i pesci, i mammiferi e gli anfibi.) Tutto questo si traduce in benefici per la salute del cittadino ma anche per la salute dell’ambiente.

Gli interventi di prevenzione si esplicano essenzialmente su due livelli: in primo luogo si procede ad una bonifica che miri ad eliminare ogni fonte di ristagno idrico indispensabile per l’ovo deposizione da parte delle femmine feconde; ma tutto questo diventa inutile se parallelamente non si fornisce una capillare informazione ai cittadini per ridurre la possibilità di creare focolai secondari di infestazione. Lo sgrondo delle acque superficiali e lo sfalcio periodico della vegetazione sono tecniche utili per creare ambienti inospitali per le zanzare. In termini di prevenzione si può anche pensare all’introduzione, in bacini chiusi di acqua permanente, il pesce larvivoro Gambusia affinis, anche se non sempre si sortiscono gli effetti desiderati. Il servizio di disinfestazione deve inoltre necessariamente prevedere una preventiva mappatura del territorio per la localizzazione dei focolai di infestazione avendo l’accortezza di registrare informazioni relativamente alla presenza di acqua: se continua o intermittente è da non sottovalutare in termini di probabile presenza di zanzare. In questo modo è possibile avere un riscontro annuale per valutare la crescita della popolazione ma anche per verificare l’efficacia dell’intervento attraverso sopralluoghi nei punti a maggior rischio di infestazione.

In ambiente urbano i luoghi di più probabile infestazione sono la rete fognaria, i tombini, le caditoie, le fontane ect. In questi luoghi il ristagno di acqua è più che sufficiente per creare un focolaio d’infestazione ideale per le zanzare. Gli adulti sono in grado di svernare in luoghi riparati come cantine, box, seminterrati apparati esterni di condizionamento etc. Nei giardini privati i luoghi più probabili sono i sottovasi, le vasche per la raccolta delle acque piovane. Un semplice coperchio o una rete anti-zanzare può impedire indesiderate ovodeposizioni. Si deve comunque avere l’accortezza di svuotare i contenitori ogni 4-5 gg per interrompere il ciclo di sviluppo. Nelle fontane ornamentali, come già indicato, può essere utile introdurre pesci larvivori (gambusie e pesci rossi) Altri luoghi ottimali per lo sviluppo delle larve sono grondaie, cavità di alberi, rifiuti abbandonati, scatole, bottiglie e vecchi pneumatici. Dove sono presenti depressioni vi sono sicuramente ristagni idrici. Se si esce dall’ambito cittadino, i canali e i fossati sono i luoghi preferiti per l’ovodeposizone così come le aree agricole incolte o abbandonate. Da qui l’importanza di sfalciare periodicamente la vegetazione soprattutto lungo le sponde dei canali. Buona estate !

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